Dio è nostro padre, e nessun padre (in genere), vuole perdere un figlio.
Perciò Dio ha inventato il ritorno.
Dio ha voluto che il ritorno fosse costituito da un serie di cose, ma la prima e l'ultima sono dei miracoli.
la prima: avere fame; il figlio prodigo decide di tornare dal padre perché ha fame, non fa tanti ragionamenti su giusto o lo sbagliato, sul come ha dilapidato i soldi, sul fatto che è andato a donne...ha fame, tanto bastare decidere di tornare, e per studiare una strategia per farsi riaccogliere dal padre.
l'ultimo, l'abbraccio, l'essere rivestito come figlio senza tanti discorsi, senza tanti ammonimenti, e la festa dove si mangia l'agnello grasso...e si soddisfa questa fame.
il primo e l'ultimo passo sono miracoli: Dio permette che possiamo rientrare in noi e scoprire che abbiamo fame, che soffriamo, poter scoprire che soffri è un miracolo, perché vuol dire che quella cappa di distrazione non è abbastanza potente da alienarti dalla tua sofferenza, e la sofferenza ti risveglia, perché non vuoi soffrire, hai bisogno di stare bene, e allora forse capisce che dove sei non è il posto giusto, che quello che fai, le relazioni che hai, la vita che conduci forse non sono quello che volevi, che forse lì ti ha ci ha portato qualcuno che non sei te (e nemmeno Dio)...e allora forse decidi di tornare al luogo a cui appartieni, o almeno di provarci...ti inventi una strategia, fai qualcosa, e questo è già ritorno.
perché non serve molto, per un motivo: abbiamo un Padre che sta fuori a vegliare, a guardare, che fai un pochino di strada, prendi una decisione, un moto del tuo cuore che spinge a dire: Dio salvami, ho peccato contro di te, ho fame...e Lui ti corre incontro con le vesti in mano, e la tua vita cambia.
Questa è una elezione, c'è un'azione di Dio, che cerca te, proprio te con nome e cognome, per svegliarti, viene a darti una scossa, sveglia la tua coscienza, che ti tormenta, o ti fa provare schifo di quello che sei, ma uno schifo buono, che si ricorda che c'è un posto dove non eri schifo, dove eri accolto e sfamato, non uno schifo senza speranza, che non ti invita al suicidio, a sparire, che il mondo starebbe meglio senza di te, no, uno schifo per ciò che sei stato convinto a fare di te stesso.
Benedetti dal Padre, coloro che si accorgono improvvisamente di avere fame, eletti, scelti, coloro che nel fango dell'esistenza, nel pieno del peccato, si rendono conto di essere quegli uomini di cui dice Samuele quando parla a Davide: "quell'uomo sei tu", e riconoscono di esserlo, e decidono di tornare.
Benedico il Signore perchè questo lo ha realizzato nella mia vita e in quella di alcuni nostri figli
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