Leo e Laura

Ciao, siamo Leonardo e Laura...e la family è fatta da noi + i nostri figli: Pietro, Marco Samuele, Giacomo, Miriam, Sofia, Rebecca, Gemma...e dal cielo Giovanni, Agostino ed Isacco.

La Pace.

domenica 30 marzo 2025

il figlio prodigo, ovvero: Dio ha inventato il ritorno...perchè è nostro padre

 Dio è nostro padre, e nessun padre (in genere), vuole perdere un figlio.

Perciò Dio ha inventato il ritorno.

Dio ha voluto che il ritorno fosse costituito da un serie di cose, ma la prima e l'ultima sono dei miracoli.

la prima: avere fame; il figlio prodigo decide di tornare dal padre perché ha fame, non fa tanti ragionamenti su giusto o lo sbagliato, sul come ha dilapidato i soldi, sul fatto che è andato a donne...ha fame, tanto bastare decidere di tornare, e per studiare una strategia per farsi riaccogliere dal padre.

l'ultimo, l'abbraccio, l'essere rivestito come figlio senza tanti discorsi, senza tanti ammonimenti, e la festa dove si mangia l'agnello grasso...e si soddisfa questa fame.

il primo e l'ultimo passo sono miracoli: Dio permette che possiamo rientrare in noi e scoprire che abbiamo fame, che soffriamo, poter scoprire che soffri è un miracolo, perché vuol dire che quella cappa di distrazione non è abbastanza potente da alienarti dalla tua sofferenza, e la sofferenza ti risveglia, perché non vuoi soffrire, hai bisogno di stare bene, e allora forse capisce che dove sei non è il posto giusto, che quello che fai, le relazioni che hai, la vita che conduci forse non sono quello che volevi, che forse lì ti ha ci ha portato qualcuno che non sei te (e nemmeno Dio)...e allora forse decidi di tornare al luogo a cui appartieni, o almeno di provarci...ti inventi una strategia, fai qualcosa, e questo è già ritorno.

perché non serve molto, per un motivo: abbiamo un Padre che sta fuori a vegliare, a guardare, che fai un pochino di strada, prendi una decisione, un moto del tuo cuore che spinge a dire: Dio salvami, ho peccato contro di te, ho fame...e Lui ti corre incontro con le vesti in mano, e la tua vita cambia.

Questa è una elezione, c'è un'azione di Dio, che cerca te, proprio te con nome e cognome, per svegliarti, viene a darti una scossa, sveglia la tua coscienza, che ti tormenta, o ti fa provare schifo di quello che sei, ma uno schifo buono, che si ricorda che c'è un posto dove non eri schifo, dove eri accolto e sfamato, non uno schifo senza speranza, che non ti invita al suicidio, a sparire, che il mondo starebbe meglio senza di te, no, uno schifo per ciò che sei stato convinto a fare di te stesso.

Benedetti dal Padre, coloro che si accorgono improvvisamente di avere fame, eletti, scelti, coloro che nel fango dell'esistenza, nel pieno del peccato, si rendono conto di essere quegli uomini di cui dice Samuele quando parla a Davide: "quell'uomo sei tu", e riconoscono di esserlo, e decidono di tornare.

Benedico il Signore perchè questo lo ha realizzato nella mia vita e in quella di alcuni nostri figli  

lunedì 6 gennaio 2025

Natale 2024

 Il 21 dicembre abbiamo dovuto preparare una eucarestia dopo che il 17 avevamo preparato una alleanza (tema: non giudicare). Abbiamo preparato in 15 minuti, prima della celebrazione, assolutamente controvoglia.

Il Signore quella sera mi ha fatto il dono di entrare nel Natale.

Don Francesco Scutella ha detto questo: è nelle mangiatoie della nostra vita che Cristo vuole nascere, là dove andiamo a cercare quotidianamente cibo, senza sfamarsi mai per davvero.

È lì che possiamo incontrare Gesù.

La notte di Natale don Stefano ha detto una cosa simile: non nascondere le nostre ferite, le nostre difficoltà, le nostre sofferenze. Come i pastori, che proprio perché sono fuori dalla città possono ricevere l'annuncio dell'angelo, anche noi per le nostre povertà possiamo incontrare Cristo.

Anche io posso incontrare Cristo lì dove cerco il cibo: nell'essere riconosciuto come qualcuno, nel riconoscermi attraverso la considerazione degli altri, lì dove cerco affetto e amore anche da me stesso, dove mi giudico per quello che sono, dove giudico Laura per quello che siamo, e invece Cristo mi dice: così ti ho voluto, così  vi ho voluto, così potete esistere come famiglia, solo così. Io così voglio e entro in questa realtà.

Signore ti benedico perché per me è stato Natale. Aiutami a non giudicare niente. Soprattutto quello che non hai giudicato te.


mercoledì 28 agosto 2024

Erode, Erodiade, San Giovanni battista e la lussuria

 28 agosto 2024


il vangelo di oggi parla di Erode, Erodiade e Giovanni il battista: Giovanni dice la verità ad Erode, ed Erode lo ascolta e in qualche modo lo teme, e lo protegge, forse perchè riconosce la santità di Giovanni e capisce che quello che Giovanni dice è una verità per lui, ma non ha modo di ascoltare fino in fondo, di dare seguito a quello che gli viene detto, di agire, di compiere quella parola, per lussuria, perchè è legato ad Erodiade dalla lussuria.

Per questa lussuria Erode farà una promessa incauta, e farà decapitare Giovanni, per donare la testa alla figlia di erodiade, che lo seduce con il suo ballo: l'uomo, in balia della lussuria, uccide la Parola e la offre come trofeo alla lussuria.

Erode, pur non volendo, farà ciò che la lussuria gli chiede di fare.

Questa parola oggi mi parla della lussuria, questo peccato a cui la mia storia è molto legata, e che ogni tanto ritorna e mi affligge, come in questo tempo.

La lussuria impedisce alla parola di compiersi, e la vuole uccidere, sostituendosi alla parola stessa, spingendo ad agire in una direzione opposta a quello che si percepisce e sente come proprio bene.

La lussuria vuole sotituirsi alla Parola, portando una consolazione alienante, ripiegata su se stessa, che toglie all'uomo la sua umanità.

La lussuria è contro Dio e contro di me.

C'è un'altra immagine della lussuria, molto interessante, che propone C.S.Lewis nel libro Il Grande Divorzio: un rettile che sta accovacciato sulla spalla di un uomo, e gli suggerisce costantemente all'orecchio immagini e seduzioni, e l'uomo non se ne vuole liberare eprchè teme la solitudine, l'affrontare la realtà per come è, perde questa fonte di distrazione, di alienazione, che fa dimenticare la morte, la solitudine, le difficoltà, come una droga a cui l'uomo si è assuefatto.

Dio liberaci dalla lussuria, donaci di ascoltare la tua parola e liberarci da questo suggeritore che desidera la nostra morte.


giovedì 26 ottobre 2023

Di notte sveglio con i dolori allo stomaco

 Di notte sveglio con i dolori allo stomaco penso che morirò. Forse non ora e forse non per questo ma mi confronto con la morte.

Ieri sera Rebecca mi chiedeva se ho paura di morire: ho paura di soffrire e ho paura di far soffrire, in fondo perché io ho sofferto quando il mio babbo è morto e non vorrei che i miei figli ripetessero questa esperienza. Vorrei morire da vecchio quando tutti si saranno dimenticati di me, così che nessuno ne soffra. Ma che ne è del disegno di Dio sulla mia morte ? Lui sa cosa è buono per noi ma io non ho abbastanza fiducia per lasciargli fare la sua storia con me.

Signore donami la fede che non ho e provvedi a Laura e ai nostri figli.

sabato 21 ottobre 2023

Da porto san giorgio 2

 1

Diceva grazia: mi sono sempre sentita una nullità. Forse per questo sono cosi violenta ed attacco tutti.



venerdì 20 ottobre 2023

Da porto san giorgio

 1

Noi siamo fatti per sperimemtare l’abbondanza nella precarietà.

La precarietà dell’essere incapaci con i figli, del non fare pari, dei propri peccati mescolati al desiderio di fare la volontà di Dio, dell’attaccamento al denaro…

Dio ci darà in abbondanza nella precarietà.


2

Saluto i miei catechisti. Rispondono: “o che sei ancora qui ?”.  Non mi piace, e mi offendo, poi penso: effettivamente essere ancora qui è un miracolo. C’è veramente da stupirsi.


3

Incontriamo l’Anna che ha sognato che ne n eravamo sposati e io non ero sicuro si farlo. E dico: in effetti ogni giorno dubito di aver fatto la cosa giusta. E lei dive: ogni giorno ti svegli con la speranza di scoprire di aver fatto la cosa giusta, almeno per quel giorno. È vero, ogni giorno dovrei entrare nel combattimento per scoprire di aver fatto la cosa giusta.


4

Un cuore retto non è un cuore che non pecca che è giusto ma che non chiede a Dio di fare la sua volontà ma accetta di emtrarr nella volonta di Dio.


5

Il Signore completerà in me l’opera sua



domenica 15 ottobre 2023

L’invito alle nozze

 Ieri don Carlo, commentando il vangelo in cui un re invita alle nozze cattivi e buoni, ma poi trova uno senza l’abito nuziale e lo fa arrestare, ha detto una cosa bellissima: ai matrimoni dei re era usanza che il re stesso fornisse gli abiti a chi era troppo povero per rivestirsi per l’occasione. L’uomo che viene trovato senza abito nuziale non aveva voluto indossarlo, nemmeno perdere il tempo di farsi dare un abito, non aveva alcun interesse ne rispetto ne si rendeva conto dell’importanza della festa e del festeggiato. Grande la superbia quando pensiamo di essere al di sopra di Dio, e cioè tutte le volte che riteniamo inutile o senza senso il suo intervento nella nostra storia, quando non permettiamo a dio di provvederci un abito per partecipare alle sue nozze con noi,  perché giudichiamo i fatti, la storia, perché pensiamo che quello che ci viene proposto in fondo non è importante, abbiamo altri affari, perché la festa non è organizzata come avremmo voluto noi, etc etc

Signore donami il desiderio di lasciare che tu operi per prepararmi a queste nozze