Intanto cosa è la gramigna: una pianta selvatica invasiva, che quando è piccola assomiglia alla pianta del grano. Ovviamente, quando le due piante sono grandi, sono molto diverse e ben distinguibili, il grano è ricco di chicchi (di frutti) la gramigna resta secca e stenta e non ha chicchi.
Nella parabola ci sono due soggetti, uno "buono", il contadino, che semina grano buono (c'è una distinzione netta tra le cose buone e quelle non buone...il grano è buono, è utile, è nutrimento, è ricchezza per il contadino, mentre le cose cattive, la gramigna, sono niente, non sono utili, non cibano, non arricchiscono nessuno), ed un "nemico", un altro seminatore, che semina gramigna, erba cattiva, il nulla, che non produce alcun frutto.
Il contadino, il seminatore buono, usa dei tramiti, coloro che annunciano la parola di Dio, il regno, i catechisti, gli evangelizzatori. Sono loro che fisicamente seminano ciò che il contadino vuole.
Ci sono due tempi; il presente, in cui le piante sono piccole, e poco distinguibili tra loro, ed un futuro, in cui le piante sono invece cresciute e molto diverse, ben distinguibili.
C'è un destino chiaramente indicato, una sorte inevitabile, per il grano e la gramigna, che non dipende dalle scelte del grano e della gramigna ma da quello che sono: uno per cibo, la costruzione, la ricchezza, cioè la vita eterna, e l'altro per il fuoco, perchè non serve assolutamente a niente, e va soltanto bruciato.
Poi c'è una cosa strana: ci siamo noi, che siamo allo stesso tempo seme e terreno, e la cosa strana è che questo seme puo decidere cosa essere, perchè la parabola ha questo sfondo: i seminatori seminano una parola, e questa ha il potere, se accolta, di cambiare la natura del seme vero e proprio, o se vogliamo della capacità del terreno di germinare, e quindi puo far nascere piante diverse.
Quindi c'è una scelta: quale parola scoltare ? ascoltare nel senso stretto di ricevere e far portare frutto, da cosa fasr discendere le nostre azioni, le nostre decisioni, da cosa vogliamo che la nostra vita sia modellata.
Cosa vogliamo per noi ? quale seme vogliamo ricevere ? cosa vogliamo ascoltare ? questa parabola parla chiaramente di questo: cosa vuoi essere, grano o gramigna ? quale semina vuoi accogliere ? Dio semina, sta sicuramente seminando, hai accolto questo seme ? Dio ti sta annunciando il suo amore gratuito, il suo perdono, ti sta raccontando quello che sei e chi è lui, uno che vuole salvare te, ma tu, invece, chi stai ascoltando ?
C'è un ultimo elemento, legato al tempo, già citato: la fine dei tempi, la morte, la crisi, il momento in cui ti si chiede conto di ciò che accade nella tua vita, i 3 scrutini: vecchiaia, malattia e morte.
Davanti alla realtà della croce, tutto diventa chiaro: grano e gramigna si distinguono bene, si riconoscono i frutti, ed è facile distinguere l'uno dall'altro, una vita piena di senso, da una vuota, delle opere di vita eterna, da quelle vuote di vita.
Questa parabola mi invita a guardare alla mia vita, per vedere chi ascolto, e quali azioni nascono dal mio ascolto, perchè dice che, queste azioni, non possono restare a llungo prive di senso, dfi significato, alla fine vanno comparate con il senso della nostra vita, per vedere cosa sono realmente, se il nulla, o opere di vita eterna, pienezza, gioia, vita per noi e per gli altri.
Questa parabola ci invita a decidere ora con chi stare, a chi vogliamo far costruire la nostra vita, se a Dio o al Nemico, e ci narra qual'è il destino, la conseguenza della nostra scelta: la vita eterna, o la fine eterna.
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