Quella che più mi ha colpito è questa: commentando il vangelo della parabola dei vignaioli omicidi (MT 21, 33-43), ha detto quanto segue: noi spesso pensiamo a Dio come al nostro antagonista, come qualcuno che, in qualche modo, vuole toglierci qualcosa, che il bene che Dio ci vuole donare e ci propone passa da una sottrazione di qualche tipo: il tempo, i soldi, le nostre idee, la nostra libertà, etc. Difficilmente pensiamo che ciò che crediamo bene per noi, spesso non lo è, che le nostre idolatrie, le nostre alienazioni, sono quel cibo che costantemente cerchiamo per darci un po di vita, un po di riempimento di quel buco esistenziale che sperimentiamo senza Dio, un po di distrazione dal costante pensiero della morte, del fallimento, della solitudine.
E' vero, spesso anche io penso questo, che la liberazione che Dio vuole operare, e la vita che mi vuole donare in pienezza, con abbondanza, passa dal sottrarmi qualcosa, che però è questa vita alternativa che cerco di crearmi, senza vita vera, questa costruzione artificiale che maschera il non senso.
Dio ci ama, non vuole toglierci niente ma donarci tutto in pienezza, ma tutto ciò che è vero...Dio non vuole negare nemmeno ciò che noi siamo, ci ha creati Lui, le nostre aspirazioni, i nostri desideri, ciò che ci piace fare e non fare, vuole che realizziamo tutto questo in pienezza, senza illuderci che questo è ciò che noi siamo, ma facendoci essere ciò che siamo veramente per darci la libertà di compierci in pienezza.
L'antagonista vero non è Dio, ma colui che invece vuole tenerci schiacciati nella nostra piccola realtà costruita dalle nostre mani, che ci convince che possiamo essere Dio, facendoci sperimentare che non lo siamo affatto, che non possiamo darci la vita, tenendoci perennemente in questo stato di disillusione infelice, lui che costantemente ci inganna mascherandosi, sulla sua vera natura e su quella di Dio, che ci spinge a credere il nostro Creatore come un padre padrone invidioso della creatura.
Signore, vieni e donaci il Tuo Spirito
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