Leo e Laura

Ciao, siamo Leonardo e Laura...e la family è fatta da noi + i nostri figli: Pietro, Marco Samuele, Giacomo, Miriam, Sofia, Rebecca, Gemma...e dal cielo Giovanni, Agostino ed Isacco.

La Pace.

giovedì 26 ottobre 2023

Di notte sveglio con i dolori allo stomaco

 Di notte sveglio con i dolori allo stomaco penso che morirò. Forse non ora e forse non per questo ma mi confronto con la morte.

Ieri sera Rebecca mi chiedeva se ho paura di morire: ho paura di soffrire e ho paura di far soffrire, in fondo perché io ho sofferto quando il mio babbo è morto e non vorrei che i miei figli ripetessero questa esperienza. Vorrei morire da vecchio quando tutti si saranno dimenticati di me, così che nessuno ne soffra. Ma che ne è del disegno di Dio sulla mia morte ? Lui sa cosa è buono per noi ma io non ho abbastanza fiducia per lasciargli fare la sua storia con me.

Signore donami la fede che non ho e provvedi a Laura e ai nostri figli.

sabato 21 ottobre 2023

Da porto san giorgio 2

 1

Diceva grazia: mi sono sempre sentita una nullità. Forse per questo sono cosi violenta ed attacco tutti.



venerdì 20 ottobre 2023

Da porto san giorgio

 1

Noi siamo fatti per sperimemtare l’abbondanza nella precarietà.

La precarietà dell’essere incapaci con i figli, del non fare pari, dei propri peccati mescolati al desiderio di fare la volontà di Dio, dell’attaccamento al denaro…

Dio ci darà in abbondanza nella precarietà.


2

Saluto i miei catechisti. Rispondono: “o che sei ancora qui ?”.  Non mi piace, e mi offendo, poi penso: effettivamente essere ancora qui è un miracolo. C’è veramente da stupirsi.


3

Incontriamo l’Anna che ha sognato che ne n eravamo sposati e io non ero sicuro si farlo. E dico: in effetti ogni giorno dubito di aver fatto la cosa giusta. E lei dive: ogni giorno ti svegli con la speranza di scoprire di aver fatto la cosa giusta, almeno per quel giorno. È vero, ogni giorno dovrei entrare nel combattimento per scoprire di aver fatto la cosa giusta.


4

Un cuore retto non è un cuore che non pecca che è giusto ma che non chiede a Dio di fare la sua volontà ma accetta di emtrarr nella volonta di Dio.


5

Il Signore completerà in me l’opera sua



domenica 15 ottobre 2023

L’invito alle nozze

 Ieri don Carlo, commentando il vangelo in cui un re invita alle nozze cattivi e buoni, ma poi trova uno senza l’abito nuziale e lo fa arrestare, ha detto una cosa bellissima: ai matrimoni dei re era usanza che il re stesso fornisse gli abiti a chi era troppo povero per rivestirsi per l’occasione. L’uomo che viene trovato senza abito nuziale non aveva voluto indossarlo, nemmeno perdere il tempo di farsi dare un abito, non aveva alcun interesse ne rispetto ne si rendeva conto dell’importanza della festa e del festeggiato. Grande la superbia quando pensiamo di essere al di sopra di Dio, e cioè tutte le volte che riteniamo inutile o senza senso il suo intervento nella nostra storia, quando non permettiamo a dio di provvederci un abito per partecipare alle sue nozze con noi,  perché giudichiamo i fatti, la storia, perché pensiamo che quello che ci viene proposto in fondo non è importante, abbiamo altri affari, perché la festa non è organizzata come avremmo voluto noi, etc etc

Signore donami il desiderio di lasciare che tu operi per prepararmi a queste nozze

venerdì 13 ottobre 2023

L'antagonista

Nelle domeniche scorse ho sentito un paio di parole da Don Stefano che mi hanno colpito, e volevo scrivere qualcosa per non dimenticarle.
Quella che più mi ha colpito è questa: commentando il vangelo della parabola dei vignaioli omicidi (MT 21, 33-43), ha detto quanto segue: noi spesso pensiamo a Dio come al nostro antagonista, come qualcuno che, in qualche modo, vuole toglierci qualcosa, che il bene che Dio ci vuole donare e ci propone passa da una sottrazione di qualche tipo: il tempo, i soldi, le nostre idee, la nostra libertà, etc. Difficilmente pensiamo che ciò che crediamo bene per noi, spesso non lo è, che le nostre idolatrie, le nostre alienazioni, sono quel cibo che costantemente cerchiamo per darci un po di vita, un po di riempimento di quel buco esistenziale che sperimentiamo senza Dio, un po di distrazione dal costante pensiero della morte, del fallimento, della solitudine.
E' vero, spesso anche io penso questo, che la liberazione che Dio vuole operare, e la vita che mi vuole donare in pienezza, con abbondanza, passa dal sottrarmi qualcosa, che però è questa vita alternativa che cerco di crearmi, senza vita vera, questa costruzione artificiale che maschera il non senso.
Dio ci ama, non vuole toglierci niente ma donarci tutto in pienezza, ma tutto ciò che è vero...Dio non vuole negare nemmeno ciò che noi siamo, ci ha creati Lui, le nostre aspirazioni, i nostri desideri, ciò che ci piace fare e non fare, vuole che realizziamo tutto questo in pienezza, senza illuderci che questo è ciò che noi siamo, ma facendoci essere ciò che siamo veramente per darci la libertà di compierci in pienezza.

L'antagonista vero non è Dio, ma colui che invece vuole tenerci schiacciati nella nostra piccola realtà costruita dalle nostre mani, che ci convince che possiamo essere Dio, facendoci sperimentare che non lo siamo affatto, che non possiamo darci la vita, tenendoci perennemente in questo stato di disillusione infelice, lui che costantemente ci inganna mascherandosi, sulla sua vera natura e su quella di Dio, che ci spinge a credere il nostro Creatore come un padre padrone invidioso della creatura.

Signore, vieni e donaci il Tuo Spirito

mercoledì 2 agosto 2023

La parabola del grano e della gramigna

In una recente Eucarestia il vangelo riportava il brano della parabola del grano e della gramigna. Nell'omelia ho sentito una interpretazione che non mi torna molto, perciò voglio mettere nero su bianco quello che penso, anche per non dimenticarmelo (ogni tanto mi accade di arrivare ad una interpretazione che mi convince, ma poi me la dimentico, e devo ripercorrere tutto il processo da capo per poterla poi ritrovare).
Intanto cosa è la gramigna: una pianta selvatica invasiva, che quando è piccola assomiglia alla pianta del grano. Ovviamente, quando le due piante sono grandi, sono molto diverse e ben distinguibili, il grano è ricco di chicchi (di frutti) la gramigna resta secca e stenta e non ha chicchi.
Nella parabola ci sono due soggetti, uno "buono", il contadino, che semina grano buono (c'è una distinzione netta tra le cose buone e quelle non buone...il grano è buono, è utile, è nutrimento, è ricchezza per il contadino, mentre le cose cattive, la gramigna, sono niente, non sono utili, non cibano, non arricchiscono nessuno), ed un "nemico", un altro seminatore, che semina gramigna, erba cattiva, il nulla, che non produce alcun frutto.
Il contadino, il seminatore buono, usa dei tramiti, coloro che annunciano la parola di Dio, il regno, i catechisti, gli evangelizzatori. Sono loro che fisicamente seminano ciò che il contadino vuole.
Ci sono due tempi; il presente, in cui le piante sono piccole, e poco distinguibili tra loro, ed un futuro, in cui le piante sono invece cresciute e molto diverse, ben distinguibili.
C'è un destino chiaramente indicato, una sorte inevitabile, per il grano e la gramigna, che non dipende dalle scelte del grano e della gramigna ma da quello che sono: uno per cibo, la costruzione, la ricchezza, cioè la vita eterna, e l'altro per il fuoco, perchè non serve assolutamente a niente, e va soltanto bruciato.
Poi c'è una cosa strana: ci siamo noi, che siamo allo stesso tempo seme e terreno, e la cosa strana è che questo seme puo decidere cosa essere, perchè la parabola ha questo sfondo: i seminatori seminano una parola, e questa ha il potere, se accolta, di cambiare la natura del seme vero e proprio, o se vogliamo della capacità del terreno di germinare, e quindi puo far nascere piante diverse.
Quindi c'è una scelta: quale parola scoltare ? ascoltare nel senso stretto di ricevere e far portare frutto, da cosa fasr discendere le nostre azioni, le nostre decisioni, da cosa vogliamo che la nostra vita sia modellata.
Cosa vogliamo per noi ? quale seme vogliamo ricevere ? cosa vogliamo ascoltare ? questa parabola parla chiaramente di questo: cosa vuoi essere, grano o gramigna ? quale semina vuoi accogliere ? Dio semina, sta sicuramente seminando, hai accolto questo seme ? Dio ti sta annunciando il suo amore gratuito, il suo perdono, ti sta raccontando quello che sei e chi è lui, uno che vuole salvare te, ma tu, invece, chi stai ascoltando ?
C'è un ultimo elemento, legato al tempo, già citato: la fine dei tempi, la morte, la crisi, il momento in cui ti si chiede conto di ciò che accade nella tua vita, i 3 scrutini: vecchiaia, malattia e morte.
Davanti alla realtà della croce, tutto diventa chiaro: grano e gramigna si distinguono bene, si riconoscono i frutti, ed è facile distinguere l'uno dall'altro, una vita piena di senso, da una vuota, delle opere di vita eterna, da quelle vuote di vita. 
Questa parabola mi invita a guardare alla mia vita, per vedere chi ascolto, e quali azioni nascono dal mio ascolto, perchè dice che, queste azioni, non possono restare a llungo prive di senso, dfi significato, alla fine vanno comparate con il senso della nostra vita, per vedere cosa sono realmente, se il nulla, o opere di vita eterna, pienezza, gioia, vita per noi e per gli altri.
Questa parabola ci invita a decidere ora con chi stare, a chi vogliamo far costruire la nostra vita, se a Dio o al Nemico, e ci narra qual'è il destino, la conseguenza della nostra scelta: la vita eterna, o la fine eterna.

martedì 25 luglio 2023

Non riesco a decidere...

Aforisma

Quando non riesci a decidere, devi aggiungere informazioni: se non ne hai di specifiche, o di assolutamente pertinenti, vanno bene di qualsiasi tipo, inizia a raccogliere qualche altra informazione, e di lì altre ancora. ad un certo punto inizieranno a delinearsi le informazioni più pertinenti, e forse su quelle puoi meglio decidere.

venerdì 27 gennaio 2023

Il sogno

 Stanotte ho fatto un sogno: un bambino di 2 o 3 anni, bello, dolce, mi abbraccia e dice; “babbo, versa tutte le lacrime con quelli che pregano con te”.

C’era un altro bambino, io li facevo giocare e li invito ad abbracciarsi e si danno un bacino e poi mi dice così.

Ho provato una pace profonda, come poche volte nella vita. Sentivo un grande amore per questo bambino, e questo mi soddisfava, mi faceva felice.